Daniele Ricciarelli da Volterra

Nascita: 1509  - Morte: 4 Aprile, 1566    Collocazione:

Tribuna

Nato a Volterra, il pittore e scultore Daniele Ricciarelli divenne noto proprio come Daniele da Volterra. Considerato tra i pittori manieristi, è ricordato per il suo lavoro con Michelangelo (1475-1564). Prima di diventare amico di Michelangelo, Volterra studiò a Siena con Giovanni Antonio Bazzi, detto il Sodoma (1477-1549) e Baldassarre Peruzzi (1481-1537), e successivamente con Piero Buonaccorsi, detto Perin del Vaga (1501-1547). In questo periodo lavorò a Palazzo Massimo alle Colonne, a Trinità dei Monti e a san Marcello al Corso, a Roma.

Il lavoro di Daniele da Volterra per la Cappella Orsini a Trinità dei Monti è rappresentato da affreschi che egli realizzò su disegni di Michelangelo. Così come quello che probabilmente è il suo quadro più famoso, la Discesa dalla croce, che gli diede molta gloria. Un'altra opera basata sui disegni dell'amico è un quadro su due facciate, Davide che uccide Golia, che infatti fu a lungo attribuita a Michelangelo. Tuttavia, col passare del tempo emerse che queste opere erano state dipinte da Volterra, ed egli si guadagnò una fama migliore. Bisogna però ricordare che egli ebbe anche l'infame soprannome de il Braghettone, perché ebbe il compito di coprire la nudità delle figure michelangiolesche negli affreschi del Giudizio Universale della Cappella Sistina. Il Vaticano aveva bandito la nudità dall'arte religiosa e ordinò a Volterra di censurare il capolavoro. Anche se le coperture furono eliminate nel 1565, il soprannome ha continuato ad accompagnare Volterra. 

Molte delle opere di Volterra sono ancora molto apprezzate, soprattutto alla nuova luce dei suoi dipinti su disegni di Michelangelo. Tra i suoi lavori originali vi è il Massacro degli Innocentirealizzato per la chiesa di san Pietro a Volterra e ora alla Galleria degli Uffizi. Eseguì anche un ritratto di Michelangelo e alcune opere religiose, come il Mosè al monte SinaiIl profeta Elia.

Tra le sue migliori sculture ricordiamo la Cleopatra e un busto bronzeo di Michelangelo, di cui realizzò, sempre in bronzo, anche la maschera mortuaria. Parte delle lodi riservate alle sue pitture appaiono nell'Enciclopedia Cattolica del 1913, dove si legge che "il suo lavoro si distingue per la bellezza del colore, la chiarezza, la composizione eccellente, il vigoroso realismo e l'opposizione, curiosamente strana, tra luce e ombra... ingigantì le peculiarità di Michelangelo, si avvicinò alle pericolose altezze del sublime, ma, non possedendo la serenità del maestro, è scivolato in basso".

Si dice che, rispetto alle critiche del passato, c'è più verità nel suo lavoro osservato oggi.

 

 

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